La gelosia patologica

Sappiamo che la gelosia è un sentimento legato all’amore, afferisce alla paura di perdere l’oggetto amato. Sappiamo anche che si manifesta in una gamma di intensità variabile per ogni persona, da chi quasi non prova gelosia a chi ne è ossessionato. Nel mezzo una varia gamma di sentimenti di gelosia che si esprimono in forme molto diverse. La varietà di espressione della gelosia sta anche nella differente capacità delle persone di governare tale sentimento, c’è chi riesce a provare un intenso dolore per gelosia ma riesce a governarlo, riuscendo a decidere consapevolmente il proprio comportamento, mantenendo un buon equilibrio psicologico. C’è chi purtroppo ne viene sopraffatto e può arrivare a mettere in atto comportamenti aggressivi fino alla distruzione dell’oggetto amato, in genere di sesso femminile.

La gelosia è uno stato emotivo complesso che, provato in forma intensa, fa soffrire profondamente e  va governato, in modo che rimanga un’esperienza individuale. Se ne può certamente parlare con il partner, l’importante è che non se ne attribuisca la colpa. È comprensibile dire “quando esci la sera io sono geloso/a” ma non è accettabile per esempio farne un motivo di ricatto “se esci la sera io soffro”. In questo secondo caso l’evidente implicazione è la richiesta di un cambiamento nell’altro allo scopo di alleviare sé stessi di un sentimento doloroso.

La presenza della gelosia nella coppia diviene patologica quando le persone che la provano cercano di influire sul comportamento del partner con richieste precise: non vestirti in quel certo modo, non uscire con le tal persone, non rispondere a certi messaggi, non guardare in quel certo modo e così via.

La gelosia diventa patologica e ha effetti disgreganti della coppia quando impedisce o limita fortemente il comportamento del partner.

Gelosia ossessiva delirante

Generalmente un partner accondiscendente partecipa inconsapevolmente al peggioramento delle dinamiche dettate da gelosia patologica: limitare i propri comportamenti, giustificarsi, mostrare il proprio cellulare e le frequentazioni virtuali non rassicura la persona affetta da gelosia patologica, piuttosto infila la coppia in un circolo vizioso di controllo e giustificazioni,  accuse e timori che avvelenano la vita della coppia. La necessità di controllo può arrivare a richieste estreme, fino alla pretesa di frugare anche fra i pensieri e fra le intenzioni… quasi una follia.

Clinicamente la gelosia patologica si inserisce in un quadro di psicopatologia ossessiva-compulsiva, di conseguenza ai comportamenti di estremo controllo, ma può essere diagnosticata come disturbo delirante, quando si manifesta con un’ideazione che prende spunto da particolari della realtà che diventano motivo di costruzioni assurde e inverosimili, a cui il soggetto dichiara di credere al di là di un riscontro reale. Vi è anche un possibile disturbo delirante con coloriture paranoidi quando la persona gelosa individua nel partner oltre alla volontà di tradire anche quella di distruggere la propria persona nella sua integrità psicologica.

 Chi soffre di gelosia patologica riesce a interpretare qualsiasi comportamento del partner come intenzionale, il terrore di essere tradite porta queste persone a individuare pericoli dappertutto e ogni segnale può essere deformato e forzato in un costrutto anche assurdo e paranoico. La gelosia patologica spesso sfocia in una visione paranoica, alla domanda “perché il partner dovrebbe portare avanti una vita parallela fatta di continui tradimenti” la persona costruisce una fantasia sadica (“mi vuole fare impazzire”) che contiene la proiezione dei pensieri sconnessi, violenti, sadici e perversi che la persona non vorrebbe riconoscere in sé.

La gelosia patologica è un disturbo dell’affettività: la persona interpreta un segnale o un cambiamento nel comportamento del partner che gli attiva emozioni dolorose. Seguono comportamenti di controllo: interrogatori, richiesta di controllare telefono e posta, ispezione di abiti, biancheria intima, visite a sorpresa per trovare le prove del tradimento. La persona patologicamente gelosa fa richieste sempre più pressanti: non vedere certi amici, non rispondere a mail o messaggi di persone “sospette”, non indossare certi abiti o avere atteggiamenti troppo amichevoli con altri. La gelosia patologica porta all’isolamento, primo passo verso ansia e depressione.

La gelosia patologica retroattiva

Gelosia retroattiva, generalmente maschile, è una particolare espressione della gelosia che si rivolge al passato. Chi ne soffre non sopporta l’idea che la propria partner abbia potuto essere felice accanto a un altro uomo che, forse, l’ha posseduta più e meglio di quanto egli possa esserne capace nel presente. l’idea di non essere stato il primo, l’idea di essere arrivato dopo altri amori e altre esperienze intense e belle della propria donna accompagna questo tipo di geloso patologico che vede in alcuni segnali una minaccia. Un nome, una località, un oggetto possono innescare lo stato d’animo della persona gelosa del passato. Scattano i divieti di parole, nomi, fatti che possono infuocare la gelosia che si esprime in scenate insensate e deliranti.

È possibile che questo tipo di gelosia patologica sia anche legato all’idea della donna rassicurante, unica donna che non ha mai davvero desiderato un altro uomo, in attesa di trovare il Vero Amore. Il geloso del passato patisce la consapevolezza di essere arrivato secondo o terzo, teme il confronto con gli uomini che hanno fatto parte della vita della compagna, teme che lei faccia confronti a sé sfavorevoli. E se il “flash della gelosia retroattiva” innesca la furia di emozioni pungenti, la paura del confronto sostiene il delirio delle accuse, delle interpretazioni e della ricerca di conferme, fino allo sfinimento. Dopo di che la persona affetta da questo tipo di gelosia chiude la ferita e ostenta normalità di comportamento, fino al “flash” successivo.

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