Crisi di coppia e conflittualità

Nella mia esperienza non ci sono particolari età o fasi della vita di coppia in cui con maggiore frequenza avviene una crisi. Non posso confermare l’esistenza di una crisi “dei quarant’anni” o “dei cinquanta”. A me pare un fatto relativo piuttosto alla sensibilità delle singole persone. Alcune coppie vanno in crisi ma non lo riconoscono o, meglio, continuano la loro vita accettando una relazione che dà sempre meno piacere e retrocedono verso posizioni difensive o di evitamento che poi si cronicizzano. Ne sono chiari esempi le coppie che funzionano bene sul piano pratico organizzativo (la casa, i figli, l’economia della famiglia, i rapporti con il parentado…) ma che non sviluppano un grado d’intimità intellettuale, emotiva nonché sessuale che sia appagante per entrambi. Il fatto che possano vivere insieme diversi anni e che magari a un certo punto uno dei due esca completamente dalla coppia per ragioni sopraggiunte (spesso un innamoramento) non significa che prima di allora non fossero in crisi. La crisi c’era ma non era stata affrontata. Ci sono invece coppie che entrano in sofferenza facilmente, dichiarandosi in crisi alla prima incomprensione. La gestione della conflittualità è un elemento costitutivo della vita di coppia. Vi sono diversi gradi di intensità della conflittualità. I terreni di scontro possono essere molteplici: una relazione sbilanciata nei rapporti di forza, forti differenze culturali o di mentalità, aumento della conflittualità spicciola, quotidiana, che procura più sofferenza che piacere di stare insieme, forti crisi di gelosia, problemi sessuali, rapporti difficili con le famiglie d’origine o problemi  relativi alla genitorialità. Queste problematicità possono portare la coppia a riconoscere la situazione di crisi e a cercare rimedi, prima di tutto all’interno, con discussioni e tentativi di comprendersi e di cambiare i comportamenti che suscitano forti tensioni e sofferenze; poi, se i tentativi falliscono, anche all’esterno, ricercando una psicoterapia che li aiuti a riconoscere i meccanismi di fondo e a indagare sulla responsabilità che ognuno dei due partner ha certamente nel determinare le situazioni critiche. Ogni persona arriva alla crisi con un carico di sofferenza personale di solito proporzionale al tempo vissuto in situazione di crisi. Alle volte i tentativi di evitare i conflitti o negare i problemi alimentano e amplificano involontariamente la crisi in un circolo vizioso che espone la persona a un’acuta sofferenza: più ci mette impegno, più si aspetterebbe di vedersi ripagata, mentre talvolta i tentativi tanto sofferti non portano altro che fraintendimenti e aumento del senso di frustrazione, che a sua volta alimenta l’aggressività nei confronti del partner. Se per esempio un partner accomodante cerca di evitare gli scontri diventando ancora più tollerante, mentre l’altro vede in questo comportamento una mancanza di coinvolgimento e di attenzione nei suoi confronti, il circolo vizioso che si innesca è evidente. La capacità di affrontare i conflitti è una delle più importanti conquiste della coppia. Se è vero che una forte e continua conflittualità porta all’impossibilità di una serena vita di coppia, nemmeno l’assenza di conflittualità è un sintomo positivo: nei momenti di conflittualità ci si confronta, si immette nel sistema relazionale la propria diversità, si arricchisce la vita di coppia di elementi di originalità senza i quali la vita diviene ripetitiva e perciò noiosa, o quantomeno poco interessante. Senza un franco confronto delle idee di ciascuno la curiosità nei confronti del pensiero dell’altro si affievolisce e di conseguenza anche l’interesse – anche sessuale – lentamente svanisce. Alla capacità di confliggere è legata un’altra importante capacità, che è quella di mantenere un alto grado di comunicazione. Molte coppie vanno in crisi dopo un lungo periodo di lento ridimensionamento della comunicazione, del dirsi, del raccontarsi ciò che accade loro durante il giorno, al lavoro, negli altri contesti in cui vivono, dei pensieri e delle sensazioni da cui sono stati attraversati nel corso del tempo non trascorso insieme. Se questo scambio non avviene nel contesto della coppia, può accadere che i partner si ritrovino a vivere separatamente relazioni di scambio emotivo: al lavoro, per esempio, o in altri contesti, dove magari trova spazio l’espressione di pensieri e sensazioni importanti e coinvolgenti. È una sorta di sdoppiamento, dove comincia a serpeggiare la sensazione di “vivere separatamente”, che pone le basi per un’effettiva separazione futura. La psicoterapia di coppia permette la ricostruzione di un quadro complessivo delle dinamiche di coppia, delle reciproche responsabilità nei comportamenti messi in atto, e dei fraintendimenti che spesso sono alla base di un cammino d’incomprensione. La possibilità d’indagare anche le dinamiche intrapersonali – che portano le persone a reagire alle difficoltà in modo peculiare – permette di riaffacciarsi alla vita di coppia con maggiore comprensione dei meccanismi, personali e di coppia, che hanno portato alla crisi e che rischierebbero di riproporsi anche in un altro eventuale rapporto di coppia futuro. Per questa ragione, la psicoterapia prevede sia incontri di coppia sia incontri individuali.

Le dinamiche nella crisi di coppia

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